Riforma dell’ordinamento giudiziario e della magistratura: le proposte dell’Unione

Pubblichiamo le proposte presentate del’U.C.P.I.. In allegato anche un breve documento di sintesi e un riepilogo di alcuni dati significativi relativi alle promozioni dei magistrati. 

I recenti scandali – innescati dalle indagini condotte dalla procura di Perugia – hanno messo in luce il peso abnorme che nel funzionamento del CSM hanno le correnti organizzate, peso che il più delle volte si sostanzia in lottizzazioni pure e semplici delle posizioni di rilievo del nostro sistema giudiziario. È una situazione che ha gravi conseguenze sia per il funzionamento dell’amministrazione della giustizia sia per la sua credibilità ed autorevolezza.

Le ragioni di questo stato di cose sono molteplici. Fra queste spicca la mancanza di garanzie sulle qualità professionali dei nostri magistrati. Oggi i controlli di professionalità non sono che dei meri riti, dato che nel 99% dei casi si traducono in un acritico giudizio positivo. Alla base di tale disfunzione sta il vero e proprio conflitto di interessi che li governa: sono infatti effettuati per lo più da coloro – i consiglieri del CSM – che vengono eletti proprio da coloro che devono essere valutati.

Così, dal momento che quasi tutti i magistrati vengono valutati positivamente, il potere delle correnti di nominare alle posizioni di rilievo i propri adepti risulta sconfinato.

Allo stesso tempo, il crescente potere della nostra magistratura – specie di quella penale – non può non attirare l’interesse della classe politica. Così, pur in posizione subordinata, alla lottizzazione partecipano anche i membri laici, cercando di acquisire le simpatie di questa o di quell’altra corrente.

Il risultato di questa situazione è che posizioni di responsabilità vengono assegnate sulla base non delle qualità professionali ma delle simpatie correntizie o politiche dei candidati.

Se questa è, in estrema sintesi, la situazione, i rimedi vanno individuati in misure intese ad incidervi. In particolare:

Riformare il reclutamento sia rendendo più efficace il concorso iniziale sia aprendo il corpo alle altre professioni giuridiche (la nostra magistratura è, attualmente, la più endogamica del mondo occidentale).
Istituire affidabili verifiche di professionalità, smantellando il conflitto di interessi che oggi rende inefficaci le valutazioni e assegnando un vero ruolo a docenti ed avvocati.
Spezzare l’altro grande conflitto di interessi, quello che lega giudice e pubblico ministero, separando gli organi di governo. Verrà finalmente reso efficace il controllo del giudice sull’operato della pubblica accusa e contenuta l’espansione dei suoi poteri.
Interrompere la tendenza, alimentata dal populismo penale, ad istituire nuovi reati e ad incrementare le pene, aumentando smisuratamente il potere di chi gestisce l’accusa penale, cioè il pubblico ministero.
Ridurre quanto più possibile le reciproche influenze tra politica e magistratura, prevedendo rigorosi limiti al passaggio da funzioni giudiziali ad uffici politici e/o di Governo

Rinnovo del Consiglio Direttivo della Camera Penale di Pistoia

Comunichiamo che, all’esito delle votazioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo della Camera Penale di Pistoia sono risultati eletti gli Avvocati: 

– Giuseppe Castelli (Presidente)

– Andrea Ferrini (Vicepresidente) 

– Lorenzo Cerri (Segretario)

– Alessandro Nocetti (Consigliere)

– Azzurra Tatti (Consigliere)

– Mario Gallo (Consigliere)

– Olivia Bosaz (Consigliere)

Protocollo udienze smistamento giugno/luglio 2020

Come anticipato ieri alleghiamo le linee guida sulla celebrazione delle udienze di smistamento sottoscritte in data odierna dai vertici del ns tribunale, dal COA e dal presidente della Ns CP: come potrete verificare sono state integralmente recepite le nostre osservazioni.E’stato specificato che il servizio potrà dirsi effettivo solo tra qualche giorno necessario a permettere ai colleghi che intendano farsi sostituire di poter visionare il protocollo.
Un caro saluto.
Per il direttivo il segretario Serena Caputo 

Le proposte dell’Unione Camere Penali, per ricominciare a celebrare i processi nelle aule, giammai da remoto. In allegato le proposte dei penalisti italiani al Ministro.

L’Unione delle Camere Penali Italiane esprime la più ferma contrarietà ad ogni forma di smaterializzazione del processo e dell’aula giudiziaria.

Si tratta di una proposta palesemente incompatibile con le fondamentali caratteristiche ideali e strutturali del giusto processo penale ed in frontale ed insanabile contrasto con i principi costituzionali che lo presidiano, quali il diritto di difesa ed il contraddittorio, che per la loro effettività presuppongono l’oralità e l’immediatezza dell’accertamento giudiziale.

Processo a distanza e carcere: di male in peggio

La Commissione  Programmazione  Economica e Bilancio del Senato in sede consultiva ha peggiorato, con una serie di emendamenti, le norme sul processo a distanza e sull’emergenza carcere. Il documento della Giunta.

LA GIUNTA

Preso atto degli emendamenti all’ art 83 del D.L. n.18 del 17 marzo 2018, approvati, in seduta notturna da parte della Commissione Programmazione Economica e Bilancio del Senato,

osserva

quanto segue.

Risultano approvate dalla Commissione le seguenti modifiche:

  •  al comma 3 lett. b) si ampliano i casi di deroga alla sospensione dei procedimenti di cui al comma 1, inserendo le procedure di consegna degli imputati e dei condannati agli stati esteri ai sensi della Legge n. 69/2005 e di quelle di estradizione di cui al codice di rito;
  •  si approva l’introduzione del comma 3 bis, relativo alla comunicazione dell’istanza di trattazione dei processi di cui al comma 3 lett. b) e viene ulteriormente prevista la sospensione del termine di prescrizione per i processi pervenuti alla Corte di Cassazione nel periodo dal 9 marzo al 30 giugno 2020, sino all’udienza di trattazione e comunque non oltre il 31.12.2020. Si deve osservare che i termini in questione risultavano già sospesi, ai sensi del comma 4, per l’arco di tempo nel quale i termini processuali non decorrevano ai sensi del comma 3. Mal si comprende, quindi, l’introduzione di una “eccezione all’eccezione” per i processi in Cassazione;
  •  viene approvata l’introduzione del comma 12 bis oggetto di immediate censure da parte dell’UCPI, peraltro, condivise dalla totalità dei giuristi, da diversi e autorevoli magistrati e da un numero sempre crescente di parlamentari. Con tale norma viene, infatti, introdotta nel nostro ordinamento “l’udienza con collegamento da remoto”, adottabile in forza di insindacabile decisione del giudice. Si prevede, così che tutti i soggetti che vi partecipano, giudici e pubblico ministero compresi, debbano collegarsi da remoto e dal luogo che più gli aggrada, con l’unica eccezione per l’imputato libero che dovrà collegarsi dalla postazione prescelta dal difensore; nel palazzo di giustizia sarà, di conseguenza, presente il solo ausiliario del giudice. Si tratta di un modello di celebrazione dell’udienza affatto incompatibile con i principi sanciti nella Costituzione e nelle Convenzioni Internazionali.
  •  viene riscritto il comma 12 ter prevedendo:
  1. l’introduzione di termini ancora più ampi per la richiesta di trattazione “partecipata” nei processi in Camera di Consiglio dinanzi alla Corte di Cassazione, con conseguente dilatazione dei termini di sospensione della prescrizione e di quelli di custodia cautelare, illegittimamente introdotta come conseguenza dell’esercizio di un diritto;
  2. l’introduzione della “indagine preliminare da remoto”, disponendo che durante l’indagine preliminare il pubblico ministero e il giudice possano avvalersi di collegamenti da remoto <<..per compiere atti che richiedono la partecipazione della persona sottoposta alle indagini, della persona offesa, del difensore, di consulenti, di esperti o di altre persone, nei casi in cui la presenza fisica di costoro non può essere assicurata senza mettere a rischio di contenimento della diffusione del virus COVID-19.>>. Eccettuati i casi nei quali all’atto debbano partecipare persone detenute, internate o in stato di custodia cautelare, si prevede che tutti i soggetti “convocati” debbano confluire presso un ufficio di polizia attrezzato al collegamento; qui l’atto viene espletato in presenza di un agente o di un ufficiale di polizia giudiziaria, senza alcuna attenzione normativa per la prevenzione del contagio tra le persone presenti, la norma sembra preoccuparsi solo della salute delle e figure magistratuali. Viene smaterializzata anche la fase dell’indagine preliminare, il cui luogo di svolgimento tipico diviene l’ufficio di polizia. Essa riguarda tutti gli atti di indagine e quindi interrogatori, assunzione di sommarie informazioni, accertamenti tecnici non ripetibili e quant’altro, senza prevedere alcuna connotazione di urgenza. Ricomprendendo anche gli “atti da compiersi da parte del giudice”, il quale, come è noto, non compie atti indagine preliminare in senso stretto, si smaterializza anche la acquisizione della prova utilizzabile in dibattimento, rientrando anche l’incidente probatorio, oltre all’udienza di convalida, all’udienza sulla richiesta di archiviazione ed all’interrogatorio di garanzia, che vengono incredibilmente svolti; sotto il controllo della polizia giudiziaria;
  •  viene approvata l’introduzione del comma 12 quater, che consente ai giudici, anche per i processi più gravi, di svolgere le udienze da remoto con il già segnalato intollerabile vulnus agli irrinunciabili principi che sovraintendono alla deliberazione in camera di consiglio;

Per tali ragioni

la Giunta

nello stigmatizzare le proposte di modifica approvate:

– invita il Governo e tutte le forze politiche al rispetto dei principi costituzionali del giusto processo e delle garanzie difensive, che non possono essere violati con l’introduzione di norme liberticide che nulla hanno a che vedere con lo stato di emergenza del Paese e che affondano le loro radici in una concezione autoritaria ed inquisitoria del processo e nel mal celato intento di divenire regola ordinaria;

– richiama ancora una volta il Governo e tutti i parlamentari ad affrontare con senso di responsabilità, determinazione ed urgenza la situazione carceraria, adottando tutti i provvedimenti da tempo ripetutamente richiesti e indifferibilmente necessari.

La Giunta

Roma, 8 aprile 2020